Il quadro teorico

Il modello teorico Biosistemico può essere compreso attraverso le sue due componenti: biologica e sistemica.

Le radici biologiche dei nostri processi emotivi, vengono comprese secondo i concetti di numerosi ricercatori, tra cui due sono cruciali per la sostanza del modello:

- Henry Laborit dimostra che un'inibizione prolungata dell'azione crea una serie di squilibri psicofisiologici inclusa la soppressione dell'adrenalina ed un anormale innalzamento dei corticosteroidi e della noradrenalina (tutti "ormoni dello stress").

Questo giustifica i metodi di "attivazione" della Terapia Biosistemica.

- La ricerca di Ernst Gellhorn ha dimostrato che le componenti simpatiche e parasimpatiche del sistema nervoso autonomo (SNA) devono lavorare in alternanza al fine di mantenere in salute l'organismo.

Quando condizioni di stimolo creano disturbo nel SNA in modo tale che quest'alternanza si perda e venga sostituita dalla scarica "simultanea" di entrambi i sistemi, si osserva mancanza di coordinazione a livello psicologico e disagio emozionale.

Anche la teoria sistemica fornisce numerosi contributi alla Psicoterapia Biosistemica.

Essa aiuta ad integrare processi fisiologici complessi a livelli diversi di specificità. molecolare, tissutale, organico, ed a scoprire le loro interconnessioni con campi differenti nelle funzioni mentali: logico-verbale, immaginativo-visivo, ecc.

Permette di connettere tra loro processi di natura diversa in unità complesse di ordine superiore, in sistemi caratterizzati da un'organizzazione di parti in reciproca alterazione.
E' così possibile riflettere ed intervenire non solo sui processi individuali ma anche su livelli più complessi, come le relazioni familiari, o quelle professionali, fino a trattare questioni riguardanti gruppi e comunità.

Questo è un aspetto originale dell'approccio biosistemico perchè consente di intervenire in contesti di coppia e di gruppo con un modello psicocorporeo che permette di leggere la maggiore complessità dei fenomeni relazionali e di organizzazione con strumenti che connettono gli elementi verbali allo scenario globale fatto di movimenti, posture e vissuti corporei.

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La Clinica

La teoria Biosistemica si basa sull'idea che ci siano processi fisiologici inconsapevoli che sono alla base delle nostre difficoltà emotive e questi processi fisiologici devono essere trasformati.
Ci riferiamo alle dinamiche del sistema limbico, considerato il "cervello emozionale" da Paul McLean, e a tutti i processi cerebrali al di sotto di questo livello subcorticale, che partecipano alla nostra vita esperienziale e comportamentale, ma il cui funzionamento non è direttamente collegato ai campi d'azione della coscienza.

La psicoterapia Biosistemica parte perciò dalla "radice organica" che, come mostra ampiamente Gerard Edelman, influenza i processi corporei inconsapevoli che si trovano al di fuori del regno della coscienza.

Specifiche tecniche, che coinvolgono anche un differente uso del linguaggio, mobilitano e trasformano tali processi fisiologici inconsapevoli, congiuntamente a quelli accessibili alla coscienza, con il preciso obbiettivo di riconnettere i livelli organici profondi con il territorio della parola e dei significati.

Un contributo della Teoria Sistemica è la nozione che i processi fisici e fisiologici sono dovuti alla interazione dei sottosistemi semi-autonomi.

Ciò significa, a livello psicologico, che le sensazioni corporee, le emozioni, le funzioni cognitive, le funzioni percettive, l'immaginazione visiva, le espressioni non verbali, e così via, sono tutti sistemi funzionali che devono svilupparsi, ognuno a proprio modo. Non sarà un'intuizione o una particolare rivelazione emotiva che potrà sbloccare tutti i sottosistemi, ma tutti i sottosistemi dovranno essere portati ad un'interazione funzionale affinchè ci sia un completo sviluppo mente-corpo della persona.

Il processo terapeutico viene portato avanti in modo tale da favorire l'emergenza di molteplici sistemi psicofisiologici della persona.

Da queste considerazioni derivano le tecniche specifiche di intervento che si caratterizzano per livelli crescenti di complessità e che si applicano in maniera "aperta", senza cioè che effetti o conclusioni siano presupposti.

Per l'approccio sistemico tutto ciò che libera la conoscenza e sblocca l'immaginazione è il benvenuto: esso si immagina aperto, come i sistemi che studia.

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